LO SPETTACOLO DEL CIBO – CARLO CAMBI OSPITE DEL LIONS CLUB CITTÀ DI CASTELLO HOST
CITTÀ DI CASTELLO – Quando chiami un noto volto televisivo, pronto (con il suo accattivante accento toscano e la proverbiale sagacia propria di chi proviene da quella terra) a raccontarti gioie e dolori, eccellenze e misfatti dell’alimentazione umana…è subito show! E così è stato all’intrigante evento organizzato dal Lions Club Città di Castello Host nella sempre suggestiva sede del Salone del Gusto della Scuola di formazione professionale “G.O. Bufalini”, con un ospite del calibro di Carlo Cambi (giornalista che ha fatto dell’economia e dell’enogastronomia i suoi principali campi d’azione). Aneddoti, riferimenti storici, preziosi consigli ed indicazioni: non si è certo annoiata la vasta platea di soci ed ospiti, chiamati a raccolta dal presidente Emanuele Galizi con la promessa di una serata frizzante. Quale si è esattamente rivelata, alla resa dei conti. Affiancato, anzi spalleggiato da Chiara Comparozzi e Paolo Trippini (l’una cronista attiva anch’essa nel settore food, l’altro rinomato chef dell’orvietano) e dall’assessore alle politiche sociali Benedetta Calagreti, Cambi ha spaziato dal tartufo (“nasce come tubero popolare tipicamente cercato e trovato dalla scrofa, per poi diventare nel tempo cibo d’élite, che muove interessi enormi”), a descrivere un’attività che compiamo ogni giorno come la spesa al supermercato (“scelta politica, sociale, economica, culturale, in base a ciò che mettiamo nel carrello”): affermazione quest’ultima che ha destato meraviglia negli astanti, la quale però ha trovato subito adeguata spiegazione nel fatto che occorre (o meglio, occorrerebbe…saper discernere tra la vastissima offerta di prodotti, privilegiandone alcuni e non altri imposti dalle multinazionali attivissime nel settore, pronte a favorire il proprio tornaconto piuttosto che il nostro benessere e la nostra salute). Da qui la necessità di privilegiare nelle scelte alimentari di ciascuno alcuni requisiti fondamentali quali “territorio, stagionalità, tradizione”: già, dovrebbe essere così, ma spesso ce ne dimentichiamo. Anche perché “l’educazione alimentare, diventar consapevoli di ciò che mangiamo, non si raggiunge per caso: costa sforzi e fatica. Ma noi viviamo attualmente in una società che la fatica tende ad evitarla e sfuggirla…”. Ipse dixit, verrebbe voglia di affermare ricorrendo a citazioni al brillante Carlo tanto care: ma ha pienamente ragione, non ci son dubbi. Bella serata, e certamente utile.
